04 - Scultura della memoria - Giuliano Vangi
Nelle opere di Vangi la classicità delle forme non è solo una scelta stilistica, che non rinuncia mai alla figurazione, ma sta piuttosto nella eternità a cui ogni azione umana sembra destinata dopo che l’artista riesce a fissarla in un tempo prolungato, che la congela e la rende eterna.
Potevamo immaginare che il suo omaggio alla città nella quale ha vissuto avrebbe messo insieme il passato e il presente, la grandezza con la quotidianità e che ci avrebbe fatto guardare a Pesaro come il luogo in cui i gesti più semplici vestono i panni di un passato pieno di glorie di grandi uomini. Ovviamente solo dopo che abbiamo visto la sua Scultura della memoria abbiamo percepito la realtà di questa aspettativa e ci siamo lasciati coinvolgere da un senso della storia che ci nobilita tutti.
Vangi ha scelto tre grandi uomini del passato a far da eco al bacio semplice e prezioso dei due anonimi giovani seduti vicino al blocco scultoreo maggiore: Raffaello Rossini e Leopardi. Ha portato Pesaro fuori dalle mura che non ha più, ha scelto di inserirla in un territorio più ampiamente marchigiano invece che pesarese, ha scelto tre personaggi immediatamente riconoscibili da tutti, ha scelto una piazza piccola, preziosa, per incontri intimi e sommessi, come i salotti intellettuali che l’hanno animata in epoche passate. Ora Pesaro ha un altro luogo in forma di scultura.